Incentrata sulla figura della Vergine Maria, la proposta musicale del Binchois Consort è un’occasione per accostarsi al panorama musicale inglese del XV secolo da una prospettiva, per certi versi, inusuale, contraddistinta da stilemi compositivi che hanno caratterizzato lo sviluppo musicale di queste terre. Un percorso musicale che avvicina il linguaggio sonoro a quello visivo, rappresentato dalla scultura in alabastro, che ebbe grande diffusione in Inghilterra e nel resto d’Europa nel XV secolo. Scopo di questo progetto musicale, infatti, è quello di accostare le raffinatezze musicali dei grandi compositori del Quattrocento inglese alle opere d’arte rappresentate dalla manifattura votiva in alabastro dedicata ai motivi mariani di cui il libretto fornisce un ricco apparato iconografico. E proprio alle trasparenze dell’alabastro e al gioco di riflessi da esso creato che si ispirano queste musiche, ricreando le atmosfere della grande produzione liturgico-musicale della Royal Chapel in un periodo che va dalla fine dell’era dei Plantageneti, che detennero il potere fino al 1485, agli esordi del regno dei Tudor con Enrico VII. L’antologia è organizzata in grandi gruppi tematici: la Beata Vergine Maria come mezzo di intercessione alla misericordia divina, l’Annunciazione, l’Assunzione e l’Incoronazione, la Discendenza della Vergine.
Apre la raccolta Stella celi extirpavit, di John (?) Cooke, un brano che ci rinvia immediatamente a uno degli stilemi tipici della polifonia inglese del tempo, ovvero l’andamento parallelo per intervalli di terza – una sorta di controcanto, volgarmente parlando – vietato dai teorici «continentali» dell’epoca e che, qui, crea un effetto di dissonanze estremamente interessante; ritroviamo il medesimo elemento stilistico nel Salve porta paradisi di Thomas (?) Damett.
I vari brani sono intercalati da quelli superstiti che compongono la Missa Flos Regalis di Walter Frye che costituiscono una sorta di leit motiv all’antologia. Tra i brani piú belli della sezione dedicata all’Annunciazione vi sono il Superno nunc emittitur di John Bedyngham, e l’Ave Maris Stella di John Dunstable; quest’ultimo vede alternare il canto dei versetti in forma monodica e polifonica, secondo una prassi esecutiva ben diffusa. Alla sezione successiva (Annunciazione) appartiene il bellissimo O quam glorifica, di John Fowler, che, ancora una volta, si caratterizza per l’andamento parallelo per terze delle voci, alternato a passaggi monodici. Altri momenti particolarmente affascinanti sono l’anonimo Virga Jesse floruit, il cui materiale melodico proverrebbe da una ballata polifonica profana, e Anna mater matris Christi di John Plummer. A conclusione dell’antologia è l’Agnus Dei dalla summenzionata Missa Flos Regalis di Frye in cui i numerosi passaggi a due voci si alternano al tutti. Passando dalle eleganti melodie del canto monodico al trattamento polifonico delle voci, i brani qui raccolti, espressione della migliore produzione inglese quattrocentesca, rivelano una materia musicale di grande ricchezza, che il gruppo inglese The Binchois Consort, guidato da Andrew Kirkman, riesce a portare a grandi livelli di interpretazione.
Grazie a un’emissione particolarmente curata delle otto voci maschili (tre contralti, quattro tenori, un basso) la fusione sonora ottenuta è ottimale, garantendo fluidità e un amalgama equilibrato tra le parti. Una registrazione di grande pregio, affidata a uno dei migliori gruppi specialisti del repertorio medievale che la discografia possa oggi offrire.